Non è difficile certo comprendere che il significato dell’accordo tra governo, padroni e sindacati per bocca di Conte, Landini e Francesco Boccia (ministro per gli affari regionali e le autonomie nel Conte bis) nell’ “l’Italia non si ferma”, abbia per sottotraccia (e neanche troppo sottile), che ciò che conta sia che gli operai proseguano la produzione affinché la borghesia continui a fare bei soldi.
Landini mente, sapendo di farlo. Tutti gli argomenti utilizzati per l’accordo, lo dimostrano. Va da sé che non sia possibile “lavorare in sicurezza”. Le ‘garanzie’ che i burocrati sindacali hanno strappato: mascherine, detergenti, guanti e gel, non sono certo sufficienti! Nessun operaio può lavorare in una fabbrica mantenendo le distanze dagli altri lavoratori.
Ciò che asserisce Landini, ossia che non è possibile chiudere le fabbriche, perchè diversamente “i lavoratori restano senza reddito”, suggella la convinzione che ai padroni non sia dato di pagare una crisi che con i governi di centrosinistra e centrodestra hanno contribuito a creare, disastrando la sanità pubblica.
Per l’incendiario Landini, a quanto pare, ci sono esigenze di produzione impellenti, ignorando o fingendo di non comprendere che esistono piani diversi: quello che riguarda la filiera dei beni prima necessità come l’industria alimentare (e la propria distribuzione), così come le attrezzature mediche, imprescindibili al bisogno e i settori soprattutto della metalmeccanica a cui l’accordo firmato dà continuità.
Confindustria è entusiasta, del resto, tale accordo, indipendentemente dalle fanfare sulla salute dei lavoratori, è teso a difendere unicamente gli interessi dei capitalisti piuttosto che a salvaguardare le vite degli operai.
Per non parlare delle misure adottate che consentono ai padroni di poter ricorrere alla cassa integrazione e le agevolazioni alle imprese (i periodi di quarantena saranno equiparati alla malattia e posti a carico dello Stato, anziché ai datori di lavoro).
Landini ferma gli scioperi messi in calendario per la prossima settimana:”Ci vuole concordia generale”, oramai il dado è tratto, l’accordo fatto.
Per il movimento operaio e tutti quelli dal basso, ora, è giunto il momento di ripensare al proprio tempo rovesciando il piano dell’esistente imposto: se Conte, Landini e i padroni chiedono che l’Italia non si fermi, allora che siano gli operai a stabilire di fermarla, ingrossando l’onda delle mobilitazioni!
Il proletariato ha urgente bisogno di altre direzioni politiche e sindacali, il proletariato ha il diritto di riprendere la propria lotta che solo nella relazione dello sfruttamento – e che le attuali condizioni mostrano in evidenza – si offre nella possibilità materiale che un processo di coscienza venga acquisito.
Perché come Marx afferma che il lavoro è la condizione di esistenza del capitale: «(…) in quanto capitale esso lo è soltanto in relazione all’operaio attraverso il consumo del lavoro» (K. Marx, Grundrisse, vol. I, PGreco edizioni, 2012, p.256) quando «Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene (…) allora subentra un’epoca di rivoluzione sociale. Con il cambiamento della base economica si sconvolge più o meno rapidamente tutta la gigantesca sovrastruttura […]» (Per la critica dell’economia politica)
E le catene da spezzare, sono gli assetti proprietari e gli squali del profitto!
Avanti con gli scioperi!