Nessuno tocchi Caino, va bene: ma i profitti si possono toccare, eccome! #TEXPRINT

I lavoratori TexPrint di Prato hanno sospeso il blocco delle merci, i picchetti davanti alla fabbrica: resta il presidio, perchè la lotta continua. Il comunicati SI-Cobas [che riportiamo] motiva la decisione con la volontà di non lasciare neppure la più piccola scusa all’azienda per sottrarsi alla trattativa.I lavoratori non sono ingenui: sanno che la vera Bibbia dei padroni è “Il lupo e l’agnello”. La fantasia del padrone, per quanto banale come dimostrato l’altro giorno dalla manifestazione “per la libertà di lavoro” [inscenata in Piazza del Comune da un manipolo di “volenterosi” affiancati da una suggeritrice decisamente scarsetta] ha, però, anche abbastanza soldi per ritornarealla carica, casomai ingaggiando dei “professionisti” che non esiteranno, alla scomparsa dei blocchi e della “violenza sotto tale forma” a rilanciare e gridare ad altissima voce che “il terzo da sinistra, nella foto al cancello del 12 marzo, lo minaccia guardandolo male in Via Convenevole”; in nome di questo, chiedere l’intervento dei Cosacchi.Ovviamente la decisione odierna dei lavoratori non parla a questi campioni del “chiagni&fotti” ma a tutti coloro che, in questi giorni, si sono espressi come solidali a questa lotta di pura civiltà: la lotta si deve espandere, quindi deve coinvolgere anche coloro che, inconsapevolmente, traggono beneficio dallo sfruttamento; coinvolgerli per colpire che lo sfruttamento lo attua in piena e disinvolta consapevolezza.Portare la TexPrint in città.La proprietà TexPrint, sia o meno infiltrata dalla criminalità organizzata, è costruita intorno alla filosofia di conquistare il mercato col prezzo minore: siccome il materiale ha propri prezzi, il guadagno può nascere solo da pagare meno il lavoro… sempre meno! Usandolo per sempre più ore!!In questi ultimi 30anni abbiamo sentito sempre ripetere che, riguardo alle “cose”, esistono solo due attori: gli imprenditori e i consumatori. Solo loro sono cittadini di pieno diritto della Repubblica delle Merci. Gli altri no.Quindi se gli imprenditori hanno diritto al loro profitto e i consumatori al loro risparmio, chi sta nel mezzo deve avere diritto a niente: tutto quello che loro richiedono è “privilegio”, ne sono testimoni i possessori legittimi dei mezzi di produzione [aka padroni] e il detentori, legittimati dai primi, della parola dei lavoratori [aka i sindacati concertativi, dove sopravvivono]. Ma meglio nessun sindacato e i lavoratori come lingue mozzate.I Diritti del Lavoro, se mai sono esistiti fuori dalla lotta operaia, alla luce di 30anni di leggi laborali, sono diventati privilegi. Dal Pacchetto Treu al Jobs Act la diversificazione delle figure contrattuali ha creato i mostri che, per dire, hanno manifestato in piazza del Comune: sfruttati che si attaccano alla benevolenza padronale per svoltare la giornata. E non avranno garanzie né mercè.Sotto l’agile e sfacciata penna di legislatori, uffici studi, divulgatori e polipresentintv, la pensione è diventata “rubare il futuro ai giovani” e voler lavorare 8 ore [che è un gran bel profitto, per il padrone] un attentato, una violenza, l’Orrore Puro. E chi lo rivendica Servo di Satana.Inoltre la mobilità umana, le migrazioni, vengono sfruttate dalla Legge per costringere alcuni a subire ed altri a restar disoccupati. [Questo vuol dire “prima gli italiani” piuttosto che £la buona scuola”]Strategicamente sappiamo che risolverà il problema solo la cittadinanza della Repubblica Universale, per ora ci accontentiamo di parità di diritti per tutti i lavoratori.Ecco: davanti alla TexPrint si sta giocando questo.Per sostenere la lotta dobbiamo portarla dove arriva il prodotto a buon mercato dicendo chiaro e forte che quel risparmio generato dallo sfruttamento finisce per sfruttare tutti. L’Orso Polare è sicuramente il Nord del Mondo ma neppure lui sta tento bene col riscaldamento globale.La lotta davanti ai cancelli non si conclude, nessun padrone si illuda: solo si arricchisce di una voce sul prodotto finale… La chiameranno, una volta di più “violenza” ma la Bibbia ordina:

NESSUNO TOCCHI CAINO! Nulla dice del profitto

COMUNICATO STAMPA DEL SI COBAS

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COMUNICATO STAMPA: SOSPESO IL PICCHETTO AI CANCELLI, MA CONTINUA IL PRESIDIO PERMANENTE. #TEXPRINT CESSI LA SERRATA E VENGA AL TAVOLO

L’azienda minaccia la chiusura dando la colpa a chi sciopera, ma la responsabilità di questa situazione è della stessa Texprint che ha deciso di chiudere qualsiasi trattativa a fronte di una sacrosanta e semplicissima richiesta di regolarizzazione dei contratti. Per questo invitiamo ancora una volta l’azienda a sedersi ad un tavolo, entro questo venerdì, per dimostrare se davvero esiste la volontà di risolvere questa situazione oppure si vuole continuare soltanto a piangere lacrime di coccodrillo.La Texprint vuole invece continuare la serrata? Siamo di fronte ad un’azienda che richiede la licenza di sfruttare minacciando i posti di lavoro. E’ un messaggio inquietante che dovrebbe trovare la condanna durissima di tutte le istituzioni. Non si può e non si deve scegliere tra diritti e lavoro.Il comunicato diffuso dall’azienda è un fiume di menzogne e calunnie nei confronti del sindacato e di chi sciopera. In questi due mesi il picchetto si è svolto senza alcun atto di violenza e senza mai impedire a chi voleva farlo di recarsi al lavoro. Con altrettanta chiarezza rivendichiamo il blocco delle merci come diritto di sciopero dinanzi allo sfruttamento selvaggio.L’azienda la smetta nei tentativi di presentarsi all’opinione pubblica come “la vittima” di questa storia.Siamo di fronte ad una serie incredibile di paradossi. Un’azienda interdetta per infiltrazioni mafiose che prova a far passare come delinquenti i lavoratori che denunciano lo sfruttamento e chiedono un contratto regolare; un’azienda che mentre prepara i licenziamenti disciplinari di tutti gli iscritti al sindacato accusa lo sciopero “di mettere a rischio i posti di lavoro”; un’azienda che prima annuncia l’indisponibilità ad ogni trattativa con le rappresentanze sindacali e poi piange pubblicamente il prolungarsi degli scioperi e delle agitazioni.L’azienda faccia vedere chiaramente se ha intenzione o meno di trovare una soluzione a questa vertenza. Chiediamo pubblicamente alla Texprint di sedersi ad un tavolo e riaprire la trattativa il prossimo venerdì. Nel frattempo è stato sospeso il picchetto ai cancelli. Non vogliamo che questo venga strumentalizzato per sfuggire dal tavolo o giustificare una serrata. Sarà la terza volta in un mese che il sindacato sospenderà il picchetto in maniera unilaterale. Il presidio permanente in via Sabadell continuerà.L’azienda la smetta di mettere avanti gli impiegati dell’amministrazione in imbarazzanti messe in scena come quelle di sabato scorso e si assuma le proprie responsabilità. Non si può prima chiudere tutte le trattative e poi lamentarsi della continuazione dello sciopero e dell’agitazione sindacale. Soprattutto quando in gioco c’è nient’altro che il rispetto del contratto nazionale e delle leggi in materia di lavoro.

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