Se i sindacati confederali non proclamano lo sciopero generale per tutelare la salute dei lavoratori delle produzioni non indispensabili dovranno essere i lavoratori a trovare forme alternative per mettere padroni e governo con le spalle al muro.
Se una cosa è emersa chiaramente in questi giorni è il cinismo della classe padronale, il profitto viene prima di tutto, anche della vita dei lavoratori stessi che possono essere sacrificati senza tanti fronzoli.
E’ emerso però anche il loro punto debole.
I padroni si piegano solo quando si colpisce i loro interessi economici. Hanno il terrore di rimetterci dei soldi e sono pronti a tutto pur di non perderli.
E’ emerso anche quanto il governo sia subalterno agli interessi di Confindustria, è bastato che il padronato alzasse un pò la voce per rimettere subito in riga Conte.
Probabilmente non basta lo sciopero per far capire a governo e confindustria di bloccare le produzioni non di primaria necessità.
Bisogna iniziare a pensare a forme di boicottaggio della produzione. Rallentare i ritmi al massimo, imporre il rigoroso rispetto delle norme di sicurezza (tanto più oggi con la pandemia in corso), ricorrere alle assenze per malattia.
Non sono bastati 7.000 morti, non è bastato il contagio di decine di migliaia di persone, per far capire a governo, padroni e sindacati confederali che i lavoratori non sono carne da macello.
Le riunioni tra governo, confederali e confindustria, ovviamente in videoconferenza perchè padroni, ministri e burocrati sindacali non sono immuni al corona virus come invece pare che dovrebbero essere gli operai, hanno partorito un decreto farsa che permette, con l’aiuto di qualche cavillo, di mantenere quasi tutto aperto. Sono aperte le fabbriche di armi, i call center, i corrieri di amazon, ecc.