Continua la detenzione per i prigionieri politici del movimento Hirak Rif, colpevoli per il governo marocchino ed il Re Mohammed VI di minacciare la sicurezza e l’unità nazionale, dopo le proteste scoppiate nel nord del paese quasi 3 anni a seguito dell’uccisioneFri 8:53pNLNiccolò LombardiniFri 11/1/2019 8:53 PMSent ItemsTo:pclfirenze@autistici.org;EvernoteContinua la detenzione per i prigionieri politici del movimento Hirak Rif, colpevoli per il governo marocchino ed il Re Mohammed VI di minacciare la sicurezza e l’unità nazionale, dopo le proteste scoppiate nel nord del paese quasi 3 anni a seguito dell’uccisione del venditore ambulante Mouchine Fikri da parte della polizia, trasformatesi poi in un movimento che rivendica tutt’oggi maggiori diritti, lavoro, acceso alla sanità, sviluppo infrastrutturale e una maggiore autonomia.
Già ce ne eravamo occupati qua a suo tempo:
(https://www.apienavoce.it/2019/01/16/marocco-tra-rivolte-berbere-e-prigionieri-politici/)
Nasser Zefzafi, sindacalista disoccupato e leader del movimento Hirak El-Rif, Najil Hamjike, Mohamed Jelloul ,Achraf Yakhloufi, Mahmoud Bouhannouch, i giornalisti Hamid El Mahdaoui e Rabie Lablak, Mohamed El Asrihi, Hussein El Idrissi, Fouad Essaidi, Abdel Mohcine El Attari, Ouassim El Boustati, Samir Ighid, Mohamed El Haki e Zakaria Adechour. Questi sono solo alcuni nomi dei prigionieri politici rinchiusi da maggio del 2017 nelle regie galere di Mohammed VI, con condanne che vanno dai 5 ad un massimo di 20 anni, come nel caso di Zefzavi ed altri tre militanti colpevoli di aver organizzato l’interruzione della preghiera del venerdì in una moschea, un fatto gravissimo per governo e opinione pubblica marocchina. Va detto che il numero preciso dei prigionieri politici è difficile da quantificare, visto che nel corso degli anni alcuni attivisti hanno ricevuto la grazia reale, ma comunque, oggi il numero dei detenuti si aggira intorno alle 50 persone, di cui almeno 30 sono membri di spicco di Hirak Rif.
I detenuti sono stati tutti smistati in prigioni diverse, sparse per il paese come ad esempio: Tangeri 2, Oukacha di Casablanca, Salé, Ain Aicha di Teounate, Guercif, Taza, Taourirt, Zaio, Nador2, Oujda e Ras el Mas di Fés. Questa suddivisione dei progionieri non è casuale, ma rientra nella sistematica violenza psicologica che il governo marocchino imprime ai prigionieri politici e alle loro famiglie, quest’ultime costrette a viggiare anche per centinaia di chilometri per poter incontrare i propri cari.
Negli scorsi mesi i prigionieri politici di Hirak Rif hanno più volte intrapreso scioperi della fame per protestare sia contro le condanne e le torture subite in carcere, sia per far si che tutti i membri di Hirak Rif fossero riuniti in una sola struttura detentiva.
Il giornalista pro-Rif Rabie Lablak condannato a 5 anni per “diffusione di notizie false” è in sciopero della fame da più di 50 giorni, le sue condizioni di salute qualche giorno fa sono peggiorate in modo grave, ed è stato ricoverato nell’ospedale del carcere di Tangeri2. Lablak dallo scorso 14 giugno non riceveva la visita di un dottore. Nonostante ciò Lablak, ha dichiarato di voler continuare lo sciopero.
Lo scorso agosto Nasser Zefzavi, Najil Ahamjik, Ouassim El Boustati, Samir Ighid, Mohamed El Haki e Zakaria Adechour, hanno richiesto tramite un comunicato inviato al ministro dall’interno, di essere privati della nazionalità marocchina, perché disgustati di far parte di un paese che reprime violentemente e tortura chi rivendica diritti fondamentali. Una semplice provocazione che però ha un valore simbolico specialmente fortissimo nel contesto marocchino, dove Dio, Patria e Re sono i valori principali su cui pone le fondamenta il regno di Mohammed VI, ed in questo caso i manifestanti del Rif, ne hanno messi in discussione tutti e tre.
Il regno del Marocco se da una parte si mostra all’occidente con il suo volto migliore, ovvero come il paese piu sviluppato e democratico di tutto il Nord Africa, dall’altro nasconde la sua vera indole: una monarchia con strascichi feudali, ultra nazionalista, repressiva, violenta, totalmente intollerante ad ogni tipo di dissenso e riluttante ad ogni concessione, come dimostra anche la questione del Sahara Occidentale.
Solidarietà ai prigionieri politici del Rif!
Libertà per tutti i prigionieri politici rinchiusi nelle carceri marocchine!